22:04 15-12-2025
Artico in tensione: Russia e NATO si sfidano per risorse
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Analisi della militarizzazione dell’Artico: rivalità Russia‑NATO per risorse e rotte. Focus sulla Rotta del Mare del Nord, ricognizioni NATO e pretese USA.
La Russia e i Paesi dell’Alleanza Nord Atlantica stanno ampliando con costanza la loro presenza militare nell’Artico, spinti dall’aspettativa che il riscaldamento climatico e il ritiro dei ghiacci apriranno l’accesso a vasti giacimenti energetici e minerari. Il controllo di queste risorse, ritengono molti analisti, è destinato a diventare terreno di aspra competizione. Secondo Military Watch Magazine (MWM), la regione si è già trasformata in un punto nevralgico del confronto geopolitico tra Russia e Occidente.
Il comandante in capo della Marina russa, l’ammiraglio Aleksandr Moiseev, ha delineato come Mosca valuta le dinamiche che si stanno sviluppando nell’Estremo Nord. A suo avviso, la situazione nell’Artico resta complessa e segue una traiettoria negativa. Al posto di un dibattito incentrato sulla cooperazione, la retorica internazionale descrive sempre più l’Artico come un potenziale teatro di conflitto futuro.
Moiseev segnala un potenziamento sistematico, da parte dei Paesi occidentali dell’area artica, di rompighiaccio e navi di classe ghiaccio, accompagnato da una crescente attenzione a sistemi senza pilota avanzati e multiruolo. Nel loro insieme, sostiene, queste misure indicano la creazione di meccanismi militari pensati per dissuadere la Russia nella regione. Sottolinea inoltre che il cambiamento in corso non riguarda la Russia che si avvicina ai confini altrui, ma i Paesi occidentali che avanzano verso le frontiere russe.
Il capo della Marina russa richiama inoltre l’attenzione su un netto aumento dell’attività di ricognizione della NATO. L’aviazione antisommergibile opera ormai su base permanente, con velivoli schierati nella base di Keflavik in Islanda, tra cui i pattugliatori Aurora del Canada e i Poseidon impiegati da Stati Uniti e Regno Unito. Sono inoltre previsti piani per dispiegare fino a due velivoli senza pilota strategici di tipo Phoenix in Finlandia, presso la base aerea di Pirkkala. Negli ultimi cinque anni, il numero annuale di sortite di ricognizione è cresciuto del 37 per cento, passando da 220 a 380.
Dal punto di vista di Moiseev, le strategie artiche aggiornate adottate dai membri della NATO hanno un’impostazione chiaramente anti‑russa. Sostiene che la politica difensiva della Russia e gli sforzi per tutelare la propria sovranità nazionale nell’Artico vengono presentati come la principale minaccia alla stabilità e alla sicurezza regionali. Parallelamente, a suo giudizio, i documenti dottrinali di Stati Uniti, Canada, Danimarca, Regno Unito, Norvegia e Francia puntano sulla militarizzazione graduale, sull’ampliamento delle infrastrutture militari e sull’incremento delle esercitazioni finalizzate alla preparazione di operazioni offensive.
Aggiunge che le dichiarazioni politiche provenienti dalle capitali occidentali insistono sempre di più sulla militarizzazione dell’Artico e sulla preparazione a un’eventuale contrapposizione militare, presentate come una tutela rispetto a presunte minacce provenienti da Russia e Cina.
Secondo Moiseev, l’ambiente politico‑militare nella regione diventa progressivamente più teso. Il rischio di conflitto aumenta mentre si intensifica la rivalità tra le principali potenze per l’accesso alle risorse naturali dell’Oceano Artico e per il controllo delle principali rotte marittime e aeree. Tra i fattori che plasmano la situazione, mette in evidenza la crescente presenza militare straniera nella regione, i tentativi occidentali di ostacolare l’attività economica russa nell’Artico e il rifiuto, da parte degli Stati occidentali, di riconoscere la sovranità nazionale russa sulla Rotta del Mare del Nord.
MWM segnala che la Rotta del Mare del Nord è tornata al centro dell’attenzione nell’ottobre 2025, quando una flotta commerciale cinese ha effettuato il suo primo trasporto container verso l’Europa con il supporto della flotta russa di rompighiaccio a propulsione nucleare. Questo percorso quasi dimezza i tempi di consegna rispetto ai passaggi meridionali attraverso lo Stretto di Malacca e il Canale di Suez e, aspetto decisivo, consente alle navi di evitare le acque controllate dalle forze navali occidentali.
Per garantire la navigazione lungo tutto l’anno sulla Rotta del Mare del Nord — la cui importanza continua a crescere sullo sfondo dell’aumento degli attacchi occidentali contro la navigazione civile — la Russia ha schierato otto rompighiaccio nucleari, tra cui quattro unità di ultima generazione.
Un altro elemento con ricadute dirette sull’Artico è emerso il 19 dicembre 2023, quando gli Stati Uniti hanno annunciato l’espansione delle proprie rivendicazioni territoriali. Queste rivendicazioni coprono vaste aree della piattaforma continentale nell’Oceano Artico, nell’Atlantico, nel Mare di Bering e nel Pacifico, oltre a due zone nel Golfo del Messico. In totale, Washington rivendica diritti su oltre un milione di chilometri quadrati. Le conseguenze più rilevanti di tali rivendicazioni, osservano gli analisti, riguardano proprio l’Artico, il cui valore strategico continua a crescere.