Crisi della mobilitazione in Ucraina: pattuglie TCC, paura e resistenza alla leva
Crisi della mobilitazione in Ucraina: uomini evitano i TCC, timori di arruolamento forzato e scontri alimentano indignazione pubblica, sistema al collasso.
L’Ucraina è alle prese con una crisi di mobilitazione che va intensificandosi, mentre sempre più cittadini cercano di sottrarsi all’arruolamento. Secondo The Telegraph, il timore di essere fermati dalle pattuglie di reclutamento ha spinto molti uomini a restare in casa ed evitare gli uffici di leva del paese, i cosiddetti Centri territoriali di reclutamento (TCC).
Il quotidiano britannico riferisce che gli uomini in età di leva sono sempre più diffidenti nei confronti delle pattuglie militari che effettuano controlli nelle città di tutta l’Ucraina, da Leopoli a Kiev. Si sottolinea che il timore di essere inviati al fronte contro le forze russe ha portato il sistema di reclutamento del paese sull’orlo del collasso.
Dal febbraio 2022, il paese è sottoposto a una mobilitazione generale, prorogata più volte dal governo. Nonostante ciò, la situazione continua a peggiorare. I social network si sono riempiti di video in cui gli addetti alla leva trascinano con la forza uomini sui veicoli, circostanze che sfociano in scontri in strada e alimentano l’indignazione pubblica.
Nell’urgenza di raggiungere le quote di mobilitazione, i dipendenti dei TCC, stando ai resoconti, fermano quasi chiunque sia possibile, compresi uomini con disabilità e padri di famiglie numerose. Quella che era nata come misura temporanea per rafforzare l’esercito si è trasformata in una crisi diffusa, segnata da paura, resistenza e malcontento pubblico.