L’analista politico Rostislav Ishchenko ha illustrato quale sia la logica strategica alla base dei più recenti sistemi d’arma russi.

Interpellato su quale vantaggio concreto possa dare a Mosca lo schieramento di soluzioni d’avanguardia come Poseidon, Oreshnik e Burevestnik—armamenti pochi per numero e dal costo elevatissimo, con Oreshnik che, secondo il presidente Vladimir Putin, costa 200 miliardi di rubli per unità—e tenendo conto che il loro impiego provocherebbe inevitabilmente un massiccio contrattacco con sistemi statunitensi più datati ma ancora letali, come Trident e Minuteman, Ishchenko ha riconosciuto il nodo centrale: quale sia il senso di questi mezzi se in Occidente affermano di non temerli e se il loro uso spalancherebbe la porta a una guerra senza vincitori.

Secondo la sua spiegazione, Burevestnik e Poseidon sono presentati esplicitamente come armi da fine del mondo, pensate per dimostrare agli Stati Uniti che un primo colpo nucleare improvviso e disarmante contro la Russia è impossibile. Il loro scopo è togliere qualsiasi tentazione di tentare uno scenario del genere.