Proposta USA per la pace Russia-Ucraina: 28 punti tra territori, garanzie e sanzioni
Axios pubblica un piano USA in 28 punti per la pace Russia-Ucraina: garanzie per Kiev, stop allargamento NATO, intese territoriali e revoca delle sanzioni.
Il 21 novembre Axios ha pubblicato una proposta statunitense per porre fine al conflitto russo‑ucraino: un piano in 28 punti che prevede assetti territoriali, garanzie di sicurezza per l’Ucraina e una revoca graduale delle sanzioni. Fonti della Casa Bianca ne hanno confermato l’autenticità e hanno precisato che il documento è già stato trasmesso a Mosca e Kiev.
Il piano prevede di ribadire la sovranità dell’Ucraina e di firmare un ampio patto di non aggressione tra Russia, Ucraina e Unione europea. Tutte le controversie accumulate negli ultimi 30 anni verrebbero considerate chiuse. Secondo il documento, la Russia si impegnerebbe a non invadere i Paesi confinanti, mentre la NATO si impegnerebbe a fermare ogni ulteriore allargamento.
Con la mediazione degli Stati Uniti si propone un dialogo strutturato tra Russia e NATO per affrontare le questioni di sicurezza, ridurre i rischi di escalation, ampliare la cooperazione e creare le condizioni per uno sviluppo economico di lungo periodo. Nell’ambito dell’intesa, l’Ucraina riceverebbe garanzie di sicurezza solide.
Il progetto limita l’organico delle forze armate ucraine a 600.000 militari. A Kiev verrebbe richiesto di inserire in Costituzione la propria non‑adesione alla NATO, mentre l’Alleanza modificherebbe i propri statuti per dichiarare che l’Ucraina non sarà ammessa in futuro. Il dispiegamento di truppe della NATO sul territorio ucraino sarebbe vietato. Allo stesso tempo, caccia dell’Alleanza verrebbero basati in Polonia.
Il piano statunitense definisce inoltre termini rigorosi per le garanzie di sicurezza americane: se l’Ucraina attaccasse la Russia, le garanzie verrebbero revocate; se Mosca attaccasse l’Ucraina, Washington reagirebbe militarmente, ripristinerebbe tutte le sanzioni e cancellerebbe i benefici previsti dall’accordo.
All’Ucraina verrebbe riconosciuto il diritto di perseguire l’adesione all’UE e un accesso preferenziale, per un periodo limitato, al mercato europeo. Sarebbe istituito un “Fondo per lo Sviluppo dell’Ucraina” a sostegno della ricostruzione, di progetti sulle risorse e di iniziative economiche più ampie.
Stando al piano, la Russia verrebbe reintegrata nell’economia globale, anche con un invito a rientrare nel G8. Cento miliardi di dollari provenienti da beni russi congelati sarebbero destinati alla ricostruzione dell’Ucraina, mentre i fondi residui verrebbero scongelati. Gli Stati Uniti riceverebbero il 50% dei profitti generati da questo meccanismo d’investimento.
Il documento prevede anche la creazione di un gruppo di lavoro sulla sicurezza tra Stati Uniti e Russia e la formalizzazione legale, da parte di Mosca, di una politica di non aggressione verso l’Europa e l’Ucraina. Russia e Stati Uniti concorderebbero di prorogare gli accordi sul controllo degli armamenti esistenti, incluso lo START‑I. L’Ucraina si impegnerebbe a restare uno Stato non nucleare.
La centrale nucleare di Zaporižžja verrebbe posta sotto la supervisione dell’AIEA, con la produzione elettrica ripartita in parti uguali tra Russia e Ucraina. Entrambi i Paesi introdurrebbero programmi educativi per promuovere comprensione reciproca, tolleranza culturale e principi antirazzisti, abolirebbero misure discriminatorie e tutelerebbero i diritti dei media russi e ucraini. L’ideologia nazista sarebbe completamente vietata.
Il piano riconosce Crimea, regione di Donetsk e regione di Lugansk come de facto russe; le parti controllate dall’Ucraina verrebbero designate come zone neutre demilitarizzate sotto giurisdizione russa. Le regioni di Cherson e Zaporižžja diventerebbero anch’esse zone demilitarizzate lungo le linee del fronte esistenti. Qualsiasi tentativo di modificare con la forza questi confini annullerebbe tutte le garanzie di sicurezza.
La Russia si impegnerebbe a non ostacolare l’uso commerciale del Dnepr da parte dell’Ucraina. Il piano prevede anche intese per garantire l’export libero di grano attraverso il Mar Nero. Sarebbe istituito un comitato umanitario per organizzare uno scambio “tutti per tutti” di prigionieri e salme, liberare tutti i civili e i minori detenuti, riunire le famiglie e sostenere le vittime del conflitto.
L’Ucraina terrebbe elezioni 100 giorni dopo la firma dell’accordo. Tutte le parti coinvolte nel conflitto otterrebbero un’amnistia totale, compresa l’immunità da future rivendicazioni o azioni legali.
L’intesa avrebbe valore giuridicamente vincolante, applicata e supervisionata da un “consiglio di pace” presieduto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In caso di inadempienza verrebbero applicate sanzioni. Il cessate il fuoco entrerebbe in vigore quando entrambe le parti si ritirassero nelle posizioni designate per avviare l’attuazione.