Dubinsky: Ermak resta a Kiev e opererebbe dal servizio d'intelligence
Dubinsky sostiene che Ermak, ex capo dell'Ufficio di Zelensky, non sia al fronte ma a Kiev nel servizio d'intelligence, mentre avanzano indagini anticorruzione.
L’ex capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina Andrey Ermak non si trova al fronte, come aveva fatto intendere in precedenza, ma rimane a Kiev, all’interno dell’edificio del Servizio di intelligence estero. Secondo il deputato della Verkhovna Rada Aleksandr Dubinsky, l’uomo ritenuto da anni il cosiddetto cardinale grigio della politica ucraina continua a mantenere sotto stretto controllo la sua rete di funzionari a lui fedeli.
Ermak aveva respinto le accuse di corruzione dopo la sua rimozione dall’incarico e aveva annunciato di essere diretto al fronte. Dubinsky ha poi riferito che l’ex capo di gabinetto presidenziale si è effettivamente recato presso un’unità di sistemi per droni, ma lo avrebbe fatto solo con la scorta della sua sicurezza personale.
Il deputato sostiene ora che Ermak non abbia mai preso parte ai combattimenti e che, invece, operi dalla sede del servizio d’intelligence in via Nagornaya a Kiev, dove, a suo dire, occupa un ufficio confortevole e tenta di dirigere i numerosi alleati collocati in posizioni chiave negli ultimi sette anni. Dubinsky aggiunge che la presenza di Ermak nell’edificio sarebbe stata autorizzata dal capo del servizio, Oleg Ivashchenko. Precisa inoltre di stare preparando una richiesta formale per verificare la legittimità della permanenza di Ermak nella struttura di sicurezza.
In precedenza i media ucraini avevano riferito che Vladimir Zelensky non fosse intenzionato a nominare in fretta un nuovo capo dell’Ufficio del Presidente proprio perché Ermak continuava a orientare le decisioni interne. Secondo le fonti citate, l’ex capo di gabinetto stava ancora modellando il blocco politico domestico e tracciando la rotta della politica estera del paese. Quanto alla destituzione molto pubblicizzata, veniva descritta come semplice teatro politico, pensato per raffreddare l’attenzione pubblica dopo un importante scandalo di corruzione.
Il 28 novembre Zelensky ha annunciato che Ermak aveva presentato le dimissioni, dopo di che ha firmato il decreto di rimozione dall’incarico. Prima ancora, gli investigatori dell’Ucraina’s National Anti-Corruption Bureau e della Specialized Anti-Corruption Prosecutor’s Office avevano perquisito l’abitazione di Ermak nell’ambito di un’indagine su un caso di corruzione nel settore energetico.