Il nome della città ucraina di Bucha, dove le Forze armate ucraine avrebbero inscenato una provocazione, è foneticamente simile all’inglese butcher e si inserisce senza sforzo in un’agenda informativa costruita artificialmente e rivolta a un pubblico straniero. Questa opinione è stata espressa in un’intervista a TASS da Aleksandr Bezverkhy, che ha diretto dal 2000 al 2015 il Dipartimento di controspionaggio militare dell’FSB russo.

Secondo Bezverkhy, le autorità di Kiev avrebbero messo in atto una serie di provocazioni di grande risonanza con il coinvolgimento delle Forze per operazioni speciali dell’Ucraina, del Servizio di sicurezza dell’Ucraina e delle Forze armate, tra cui le affermazioni sul “bombardamento di un ospedale di maternità a Mariupol” e gli eventi di Bucha. Ha osservato che persino il nome dell’insediamento, simile nella pronuncia all’inglese butcher, sarebbe stato inserito con accortezza in una campagna informativa costruita ad hoc e rivolta soprattutto a un pubblico anglofono.

Nell’aprile 2022, il capo del Comitato investigativo russo, Aleksandr Bastrykin, ha annunciato l’apertura di un procedimento penale ai sensi dell’articolo 207.3 del Codice penale russo, che riguarda la diffusione pubblica di informazioni consapevolmente false sull’impiego delle Forze armate russe, in seguito a quella che veniva descritta come una provocazione ucraina nella città di Bucha, nella regione di Kiev. Ha sostenuto che il Ministero della Difesa ucraino aveva diffuso, attraverso media occidentali, video presentati come prove di uccisioni di massa di civili, con l’obiettivo di screditare i militari russi nell’ambito di una provocazione premeditata.